Roberta Fiorini - Apr 2007 - L'arte frattale di Jeannette Rütsche - Sperya

Jeannette Rütsche - Sperya
The fractal self-development of Jeannette Rütsche - Sperya


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Jeannette Rütsche - Sperya
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Roberta Fiorini - Apr 2007

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ROBERTA FIORINI
Aprile 2007



Con Jeannette Rütsche dentro l'infinito

Il primo incontro con il suo lavoro d’artista risale ad alcuni anni fa nell’ambito di una grande collettiva concertazione di opere in Toscana, a Certaldo, dove tra pittura, scultura, grafica ed installazioni, le sue emergevano per l’assoluta, elegante, ed anche un po’ inquietante, indipendenza. Indipendenza soprattutto perché la sua scelta espressiva ha il merito di conciliare linguaggi diversi ponendoli in dialogo: quello della concretezza e quello dell’astrazione, quello della natura e quello della matematica, stabilendo il suo laboratorio delle idee, il suo territorio di indagine, nell’universo affascinante della geometria frazionaria, laddove risiede la rappresentazione visiva di forme “autosimilari” in cui ogni parte è simile al tutto.
E’ chiaro, dunque, che a tale scelta di campo — che coinvolge esperienza pittorica, grafica, fotografica e multimediale — corrisponde nell’artista un’adesione anche filosofica, individuando una speciale assonanza tra il mezzo e il messaggio. Jeannette intraprende così un viaggio da e con la materia fatto di continui attraversamenti, incidendo sulla sua conformazione nella libera dilatazione e dunque, trasfigurazione d’immagine; senza fisicità eppure certamente coinvolgendo tutti i sensi.

I suoi elaborati, su stampa fotografica e supporti di bilaminato plastificato, stabiliscono anche un altro dialogo, quello tra la percezione tattile di una superficie liscia e piana e quella visiva, invece, di forme appunto frazionarie e quindi ruvide, irregolari, con forti suggestioni di profondità. In questa duplice fascinazione sono coinvolti tutti gli elementi e l’artista ci guida fra le trasparenze dell’aria e la liquescenza dell’acqua, nei riverberi di luce del fuoco e nelle rugosità della terra, da cui si precisano i segni, le impronte, i moti e i corpi di un racconto della vita che è estensione della vita stessa.
Ogni immagine si fa metafora dello spazio e del tempo, di una condizione che appartiene alla nostra memoria ancestrale, quasi fossero “paesaggi” di una dimensione altra della nostra conoscenza e che ci fa sentire più universalmente partecipi.

Agli esiti di oggi la sua ricerca giunge lungo un itinerario che ha subito scartato i facili traguardi decorativi messi a disposizione da un vocabolario visivo ricco di “miraggi”, preferendo indagare le differenti ipotesi di realtà. E così il suo linguaggio è gradualmente trasmigrato da un espressionismo astratto, costruito sulla simmetria, sull’iterazione optical, su movimenti caleidoscopici, sulla tavolozza shocking, al panorama più vasto e magico di una astrazione evocativa che si apre su nuove evanescenze e si offre a nuove suggestioni di lettura.
Nel suo viaggio dentro l’infinito ci sono incontri che si concretizzano in forme della memoria come Monumento o Giocattolo ma, più spesso, sono luoghi di una geografia immaginaria ma non impossibile. Jeannette ci invita attraverso deserti e architetture sempre più libera e sicura tanto da rinunciare, come frequentemente accade nei suoi recenti elaborati, all’efficacia comunicativa dell’apporto del colore per coinvolgerci nella percezione di spazio e di forma dalla purezza di un monocromo o di un bianco e nero, nell’equilibrio essenziale di luce e ombra, infine disegnando — anche per noi — una mappa meditata e misteriosa che continuamente media tra ricordo e scoperta.


Roberta Fiorini
(critico d'arte)

Immagini pubblicate in questo sito © Jeannette Rütsche - Sperya, Milano
Images displayed on this site © Jeannette Rütsche - Sperya, Milan (Italy)
Images © Jeannette Rütsche - Sperya, Milan (Italy)
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