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IL PARADOSSO DELLA SAGGEZZA
Estratto da
Goldberg E. (2005). Il paradosso della saggezza. Milano: Ponte alle Grazie s.r.l.
(Trad.it. Raffaella Voi)
(pag. 74)
..... Nei secoli, la saggezza è stata interpretata come la fusione delle dimensioni intellettuali e morali, spirituali e pratiche.
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(pag. 75)
..... sia il genio sia la saggezza possono condurre a conclusioni così fuori dall'ordinario da essere bollate come manifestazioni di pazzia o persino essere completamente ignorate. Il corollario di questo paradosso è che perchè possano avere influenza, sia il genio sia la saggezza devono essere riconosciuti nelle idee d'avanguardia della società, ma andando troppo avanti si rischia di diventare incomprensibili. Si devono sfidare le credenze predominanti, ma contemporaneamente rimanere collegati a esse. .....
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(pag. 136)
..... [il termine attrattore] Proposto per primo dal grande matematico Jules-Henri Poincaré (1854-1912), esso si riferisce a una situazione in cui un'equazione offre un'unica soluzione costante per una serie di valori numerici inseribili nell'equazione. Si dice allora che tale soluzione "attrae" una serie di valori numerici inseriti nell'equazione. Un altro esempio di "attrattore" si può riscontrare nell'algebra di Boole, dove la medesima formula logica può realizzarsi mediante una grande quantità di combinazioni di input.
Come un'equazione matematica che abbia proprietà di attrattore, una rete neurale "attrattrice" nel cervello sarà attivata da una vasta gamma di possibili input diversi provenienti dal mondo esterno, che sollecitano tutti la medesima rete. .....
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(pag. 146)
..... Il dono della saggezza è una ricompensa, non un diritto. Bisogna guadagnarselo. E allo stesso modo bisogna lavorare per acquisire competenza.
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(pag. 167)
..... la corteccia prefrontale è responsabile della flessibilità mentale.
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(pag. 170)
..... Forse il talento esecutivo può essere sviluppato ed è importante capire come. Ma è importante anche saper riconoscere quando è presente naturalmente nelle persone. E quando è naturalmente assente nelle persone. Come per ogni caratteristica biologica, non tutti ne sono dotati in egual misura. .....
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(pag. 209)
..... l'emisfero destro si occupa della novità. Entra in gioco quando il repertorio cognitivo già a disposizione dell'organismo non riesce a risolvere il problema che si è presentato e quindi serve una nuova esplorazione. ..... La ricerca di una nuova soluzione è stimolata dall'insoddisfazione per lo statu quo, per una situazione giudicata inadeguata e quindi negativa per l'organismo.
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(pag. 234)
..... se ci si dedica ad attività mentali energiche il cervello può subire profondi mutamenti, al punto che alcune regioni cerebrali possono realmente aumentare le dimensioni. .....
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(pag. 238)
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Quando ci si è resi conto delle diverse modalità di manifestazione dei primi sintomi della malattia di Alzheimer, si è cominciato a ipotizzare che l'Alzheimer non fosse un'unica malattia ma varie malattie differenti. Questa teoria, popolare negli anni Ottanta, è stata ormai superata. E' più sensato pensare che il modo diverso in cui i primi sintomi di demenza fanno la loro apparizione sia legato alla diversità di protezione neurale che ciascun individuo ha in funzione delle attività mentali esercitate nel corso della vita. Alcune funzioni cognitive vengono esercitate con maggiore assiduità rispetto ad altre (conferendo maggior neuroprotezione alla parte del cervello in cui operano). Le strutture cerebrali in cui operano attività cognitive esercitate con meno frequenza costituiscono la crepa nell'armatura della neuroprotezione, e ciò varia da persona a persona. Attività conoscitive esercitate lungo tutto il corso della vita sollecitano alcune parti del cervello in modo particolare e ciò conferisce loro una neuroprotezione (seppure parziale e temporale) contro gli attacchi della demenza. Tutto ciò è solo un'ipotesi, anche se piuttosto intrigante.
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(pagg. 245-246)
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Personalmente sono convinto che l'essenza dell'arte risieda non tanto nelle proprietà intrinseche degli oggetti artistici quanto nella natura di ciò che "fa" per noi. Vorrei proporre l'esistenza di un'affinità tra le origini e la funzione dell'arte da un lato e quelle dello sport dall'altro, anche se gli aspetti essenziali di esso consistono nel rinforzare il corpo, il cuore, i polmoni e i muscoli, mentre la ragion d'essere dell'arte consiste nell'esercitare la mente, il cervello in tutte le sue parti legate a diverse funzioni cognitive e percettive. L'arte svolge nella società un'importante funzione di esercizio per la mente e i sensi, e così facendo potenzia le facoltà cerebrali in modo illimitato, senza che siano legate a mansioni particolari: l'arte e la musica non sono perciò gli aspetti più frivoli della buona salute mentale, sono piuttosto gli strumenti critici per conseguire e mantenere tali condizioni. Se a qualcuno sorgesse il dubbio che non sia così necessario dedicarsi a particolari esercizi mentali quando siamo già costantemente sottoposti, nella "vita reale", ad attività che richiedono uno sforzo mentale notevole, direi che tali attività sono per lo più ripetitive e costrette all'interno di confini professionali o ruoli sociali. Al contrario, l'arte permette di sviluppare una serie di esercizi mentali più universali, più efficienti, meno angusti e legati alla professione di ognuno. In un certo senso si potrebbe dire che la proliferazione di forme artistiche ha in qualche modo anticipato il concetto di un "circuito di elaborazione cognitiva": si tratta di una congettura ancora tutta da verificare ma, all'apparenza, piuttosto plausibile.
L'arte, così come l'atletica, non è strettamente necessaria alla sopravvivenza e ciò la differenzia dall'oppressiva pillola amara del "dover fare" e la riveste invece dell'aura piacevole di un obiettivo liberamente scelto: le persone si dedicano ad occupazioni artistiche e atletiche perchè desiderano farlo non perchè devono. Ma sotto l'apparenza piacevole e invitante sono celati i potenti strumenti del miglioramento biologico e cognitivo. Per chi decide di concedersi il lusso, arte e sport si differenziano da tutte le altre attività umane per la combinazione di evidente fascino e utilità implicita che esse offrono.
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(pag. 262)
..... coloro i quali hanno avuto una vita mentale vigorosa e rigorosa affrontano l'età che avanza con una potente "armatura mentale": questa armatura servirà loro durante gli ultimi decenni di vita e ha la sua ragion d'essere nel vigore mentale avuto in giovane età. .....
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(pag. 264)
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Chi è fisicamente attivo ne riceve la ricompensa lungo la vita; chi è pigro ne paga le conseguenze. Allo stesso modo vi è chi desidera affrontare sfide mentali e chi invece le vive come una sofferenza .....
Prima o poi la pigrizia mentale si paga, così come quella fisica. La pigrizia mentale durante la giovinezza danneggia il cervello in tarda età .....
Chi accoglie le sfide mentali e le cerca al di là delle mere necessità dell'esistenza quotidiana, protegge il proprio cervello con un'armatura potente che gli assicurerà una vita mentale ricca, anche in tarda età.
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(pag. 265)
..... Non si nasce saggi - lo si diventa come ricompensa di un lungo viaggio e il viaggio di cui parlo è quello della mente. E' la salita verso la saggezza. La vecchiaia è il prezzo della saggezza, ma la saggezza è senza prezzo: per coloro che la raggiungono essa arriva come l'età d'oro della mente.
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